Como e Bologna, l'allergia da successo in campionato prosegue con le due squadre che steccano anche al quarto tentativo. Un pareggio sicuramente amaro per i lariani di Cesc Fabregas, che hanno sprecato un clamoroso doppio vantaggio al culmine di una prestazione ottimale fino al 63' di gioco.

Eh già, perché cosa è successo in quell'istante di partita? Vincenzo Italiano ha tirato fuori dal suo cilindro le carte Castro e Iling-Junior, non proprio due sconosciuti: il talento argentino, cresciuto l'anno scorso sotto l'ala protettiva di Thiago Motta e Zirkzee, quando ha spazio è letale. L'ex juventino è stato una scheggia fin dal suo primo pallone toccato.

Un Como che aveva dominato fin lì, con Sergi Roberto a ricamare, Nico Paz e Fadera a creare occasioni e spazi, Cutrone il solito giaguaro d'area di rigore. È mancata la chiusura, perché il 2-1 del bolognese Castro ha rimesso sale ad una partita che sembrava indirizzarsi alla naturale conclusione. La squadra si goda la prestazione, che non fa rima con tre punti, ma fa capire la qualità e il lavoro su cui sta andando a parare mister Fabregas.

La città ed i suoi tifosi hanno atteso ventuno anni questo momento, ma le basi sono decisamente più solide del 2002/2003.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 15 settembre 2024 alle 11:00
Autore: Roberto Sabatino
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