La seconda vittoria di fila per il Como è un certificato che si ripete. Tra l'altro ancora una volta segnando tre reti. La squadra sta crescendo a immagine e somiglianza di Cesc Fabregas. Che, tra l'altro, nella conferenza stampa post-partita ha fatto intendere quali sono gli obiettivi, denotando i 'troppi errori' che il collettivo ancora mette in campo. Un Fabregas perfezionista, che vuole tracciare la riga della perfezione nel meccanismo di quel gioco improntato sulla verticalità e sulla fantasia.

Il collettivo è organico perché tutti i reparti si aiutano nel momento del bisogno. Quando la palla transita sulla trequarti ecco che le situazioni insidiose si creano senza indugio. Con le immense qualità tecniche di Nico Paz, la rapidità di Strefezza e gli inneschi per Cutrone che detta la profondità creando spazi per gli inserimenti da dietro, ecco che il collettivo ne guadagna in termini di capitalizzazione.

La strada intrapresa è quella giusta: "Il Como gioca il calcio che voglio", ha dichiarato Fabregas ieri dopo il successo sul Verona. Ma qualche dritta nel posizionamento difensivo serve eccome. Nel primo tempo le occasioni sono state create a valanga. La perfezione non può certamente essere raggiunta, ma la direzione è chiara: calcio moderno.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 30 settembre 2024 alle 14:46
Autore: Niccolò Anfosso
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