Era, alla prova dei fatti, uno scontro diretto per la salvezza. Genoa e Como cercavano l'acuto per provare a svoltare la stagione. Lariani da più di un mese senza il sorriso, mentre il Grifone puntava a dare continuità al successo di Parma, arrivato dopo un periodo di astinenza lunghissimo. Sul piano della prestazione c'è da esaltare le grandi qualità tecniche della formazione di Fabregas che ha schiacciato per quasi l'intero arco dell'incontro i padroni di casa nella propria metà campo con una feroce riaggressione e un possesso palla molto spesso efficiente e dinamico. Ma è mancata la cattiveria sotto porta e la lucidità nelle scelte decisionali nei metri conclusivi della manovra.

Tantissime ripartenze in campo aperto non concretizzate, il gol di Cutrone per fuorigioco millimetrico grida vendetta, ma lo stesso attaccante ha sprecato, sbagliando le scelte, diverse possibilità per ammazzare il risultato. Così il Genoa è rimasto in partita e si è reso pericoloso sui calci da fermo, trovando la via del pari in mischia e su calcio d'angolo. Fabregas deve sfruttare la sosta per dare una scossa alla squadra, considerando che queste tipologie di partite, alla prova dei fatti, saranno fondamentali per la permanenza in categoria del Como. E dominarle così senza portare a casa i tre punti non va assolutamente bene. Il gruppo ne è ampiamente consapevole e sa di dover dare di più in fase realizzativa. Lo scrivevamo ieri mattina: solo il 7% dei tiri che il Como effettua si tramutano in rete, beh, dopo ieri sera il dato è ancora peggiore. Le partite vanno chiuse e poi amministrate. È un difetto anche del Parma, altra neopromossa che spesso predilige il fioretto alla sciabola. Ma questa è la Serie A e occorre adattarsi alle contingenze della salvezza.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 08 novembre 2024 alle 10:00
Autore: Niccolò Anfosso
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