Negli scorsi giorni alcuni top player mondiali come Mbappè, Bellingham, Carvajal, Allison, Rodri e van Dijk hanno lanciato l'allarme: i calciatori giocano troppe partite, così non va bene.

Qualcuno ha anche ipotizzato un possibile sciopero finchè la situazione non verrà trattata concretamente. A tal proposito è intervenuto Umberto Calcagno, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori (AIC): "Quella lanciata più che una minaccia è un grido di allarme che parte dai calciatori e dal numero degli infortuni sempre più frequenti, e parte anche dalle società che ormai non sanno più come riuscire a gestire gli impegni dei loro tesserati. Con il sindacato mondiale FifPro ci siamo mossi arrivando allo scontro con la Fifa perché l'ente regolatore non può anche avvantaggiarsi economicamente dalla creazione di nuove competizioni".

Calcagno ha poi aggiunto: "Nessuno vuole ostacolare nuove possibilità di introito, ma dobbiamo considerare che per massimizzare i ricavi si rischia di vendere un prodotto scadente: un calciatore dopo la sessantesima partita non può garantire prestazioni al top e ci sono campioni che, con l'istituzione del Mondiale per club, potranno arrivare a giocare 80 partite a stagione. Ci dobbiamo chiedere che calcio vogliamo per il futuro".

Sezione: News / Data: Gio 19 settembre 2024 alle 20:00
Autore: Roberto Sabatino
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