Nuovo appuntamento con BLU sul sito ufficiale del Como 1907, alla scoperta dei calciatori lariani. Oggi tocca a Dele Alli, che racconta così il suo primo contatto con la città: "“Quando ho visto il lago? Ho pensato che fosse mozzafiato. Penso che sia uno dei posti più unici che abbia mai visto. Qui mi sto trovando alla grande. Ci sono giorni più difficili, ma adoro essere qui, conoscere i ragazzi, creare legami con i miei nuovi compagni. Incontrare le persone del club è stato bello.

Fabregas? Penso che sia un allenatore straordinario. È interessante però, perché sono abituato a chiamare l’allenatore ‘Gaffer’, mentre qui tutti lo chiamano ‘Mister’. Avendoci giocato contro, il rapporto è diverso rispetto a quello che ho avuto con i miei precedenti allenatori. Per me, è stato uno dei migliori centrocampisti di sempre, quindi poter lavorare con lui e sotto la sua guida è un onore. Finora è stata un’esperienza fantastica. Sicuramente cercherò di aiutare i ragazzu in veste di giocatore con più esperienza. Vorrei che imparassero dagli errori che ho commesso io nelle prime fasi della mia carriera. È un gruppo di giocatori davvero talentuosi. Non mi aspettavo che fossero così bravi. Il livello è alto e alcuni ragazzi hanno capacità incredibili”.

Sui vecchi allenatori: “In realtà, mi è piaciuto tanto lavorare con Conte. Era la fine del mio periodo al Tottenham. Ho sempre avuto rispetto per tutto ciò che ha fatto lì durante il mio periodo con il club e per il suo metodo, così come per la passione che metteva in ogni aspetto, è stato incredibile. Pochettino mi diceva sempre di essere me stesso. Non mi correggeva su cose superflue, mentre invece altri allenatori lo avrebbero fatto. Semplicemente, mi lasciava esprimere nel modo in cui preferivo".

Sui giocatori affrontati: "Per me, Messi è il più forte. Kevin De Bruyne è un altro giocatore che metto sempre tra i più forti, perché giochiamo in posizioni simili. Spesso mi capitava di trovarmi dietro di lui, vedevo gli spazi e pensavo: ‘Ti prego, ti prego, non vedere quel passaggio’. E invece lo vedeva sempre e andava alla perfezione. È una dote che rispetto moltissimo.”

“Chi mi ha aiutato? Fin da piccolo, ovviamente la famiglia che mi ha adottato. Il mio allenatore Dan Micciche e poi Carl Robinson. Fino ai 16 anni, sono stati punti di riferimento fondamentali, dandomi la possibilità di giocare a livello professionistico quando ero ancora così giovane. Poi, quando sono arrivato al Tottenham, Poch e tutto il suo staff. Mi è già capitato di esprimere quanto significassero per me.”

E sul futuro: “Qual è l’età in cui si dice che un calciatore sia nei suoi migliori anni? Credo sia proprio 28 anni. Quindi decisamente non ho ancora finito qui. Sono una persona molto ambiziosa. Ora ho più ferocia che mai. Gli ultimi due anni sono stati tosti per me, ho dovuto imparare molto e crescere. Credo fortemente che tutto accada per una ragione, e penso che il mio scopo ora sia unirmi al club e superare ciò che ho fatto in passato. Non penso che gli obiettivi che mi pongo siano troppo difficili da raggiungere. Come ho già detto in passato, uno dei miei traguardi più imminenti è tornare in Nazionale per il Mondiale 2026. Ed è ancora la mia intenzione.”

L'intervista completa su Comofootball.com

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 15 aprile 2025 alle 14:20
Autore: Redazione TuttoCalcioComo
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